C'era una volta un guappo


Vittorio simeone 

Breve bio di un guappo di periferia nei primi anni 80 

Il tempo scorreva tra i fantasmi del terrorismo rosso, e il pericolo sovietico, sempre piu aggressivo e inquieto.

 nelle sale cinematografe imperversava, il tempo delle mele, celebre film del regista francese, Claude Pinoeau.

Era il tempo dei rockets, e di vamos a la plaia.

ed era anche il tempo dei vecchi guappi di periferie.

uno di questi era certamente vittorio simeone, alias Baffone, a quei tempi personaggio di rilievo all'interno di una società disastrata e complicata come quella di Casal di principe alla fine degli anni settanta.

A casale l'immaggine di Don vittorio resterà,come L'emblema di una figura fuori dal comune. pur vivendo in un contesto (quello del paese), già, fuori da ogni logica di vita civile.

Un.. Paese, dove le leggi a quei tempi sono mal sopportate da una larghissima percentuale del popolo casalese, in tal scenario, dove la gentilezza umana e intesa come una debolezza dalla quale approfittarne, la brutalità intesa come una virtù da ostentare, da andarne fieri.

in questo ambiente duro e distopico Don Vittorio si colloca di diritto nella  leggenda, come una figura sinistra e inquietante.

Un omaccione di corporatura robusta e con una pancia vistosa, che gli dona un aspetto imponente, fisico che ricorda quello dell' attore bud spender, e il viso alla Pavarotti, capelli sempre un po' cresciuti e pettinati con della brillantina molto in uso a quei tempi, brillantina che la usavano per lo più donne anziane per pettinare le loro bianche crine.  appesantite da patologiche assenze di forbici. semi brizzolato e con due baffi da far concorrenza con ottime probabilità di averla vinta anche gareggiando con Girdhar viyas,

Gli donavano un aspetto sinistro, che non passava inosservato, allo stesso modo come non passa inosservata un oasi in un deserto sterminato

per via di questi baffi che partivano da sotto il naso, appena sul labbro seperiore fino ad arrivare sotto il mento, foltissime alla pari del biblico Mosè.

 cosi, per via di questa particolare peluria,  nacque l'alias di baffone, come veniva chiamato da tutti, Vittorio simeone si occupava di "guardianeria" un antico quanto controverso mestiere, in pratica si occupava di avere in gestione la vigilanza di campi coltivati e di frutteti. tutti i coltivatori si dovevano rivolgere a lui per delegarlo alla tutela di suddetti raccolti,

 

per certi versi si era obblicati ad avere i suoi servizi, però ce da dire che dove lui sorvegliava, foglia non si muoveva, il raccolto era garantito al cento per cento. i ladruncoli e devastatori si tenevano alla larga dalle "sinistre aree di competenza" di don vittorio.

Vittorio possedeva due  inquietanti mastini napoletani, dai quali non si separava mai viveva in simbiosi con questi due grossi mastini che erano la sua ombra,  dal quale non si allontanavano mai. Cani che sembrano venuti da lui direttamente dal Devonshire, dal romanzo di "Conan Doyle, venuti direttamente da Baskerville,", seminavano il terrore negli avventori che anche solo per caso passavano dalle loro parti, 

certamente non si può dire che era un boss moderno, era un guappo solo un guappo di paese (figura non istituzionale dominante tipica della cultura meridionale di quei tempi) un guappo, se si può dire alla mario merola, ovviamente il riferimento è ai personaggi che interpetrava il grande mario Merola, e non di certo all'attore, un uomo di rispetto  che nessuno osava entrare in contrasto con lui, solo facendo sfoggio della sua  personalità, annichiliva sul nascere qualsiasi moto atto ad offendere la sua persona.

fù evidente che non sposava appieno la filosofia di Eraclito,(famoso filosofo greco)il cui pensiero era che lo scorrere  del  tempo muta le cose,

 Nuovi gruppi criminali  nascevano in quegli anni su tutto il meridione d Italia, in Sicilia imperversavano i corleonesi  e i storici clan di Palermo, questi ultimi ebbero la  peggio, in campania la nco e la nf si contendevano il territorio a colpi di armi semiautomatiche di nuova generazione.

 Don Vittorio   fu sorpreso dai cambiamenti  di quegli anni dove per i vecchi guappi non c'era più spazio,

Fu ucciso il 17 febbraio 1982 insieme al figlio di appena quindici anni.